Nella serata del 18 novembre, l’opera teatrale va in scena nel Teatro di Documenti che gronda fascino ed emozioni, unico al mondo e suggestivo più che non si possa.

Intanto, come nella migliore tradizione, l’opera teatrale discende da un’opera letteraria e per questo la si può definire: classico-contemporanea. E’ anche multimediale, di fatto una narrazione filmica -congrua al racconto in parola e in musica- accompagna tutta la pièce. Le musiche sono state appositamente composte dalla stessa autrice del testo e dalla pianista, il M° Daniela Brandi; inedite e consonanti con la sostanza dell’opera. Nulla di deja vu, ancor più: il “Paesaggio sonoro” -sorta di strumento musicale composto di migliaia di foglie che, al tocco della musicista argentina Jaquelina Barra, in scena anche come sacerdotessa, sa creare l’”universo altro” che l’intera opera orchestra e fa quasi palpabile. L’omaggio al bel canto italiano è l’altro punto di forza; l’aria “Amar la vita è follia”, composta dalla Pagano e arrangiata dalla Brandi, è interpretata da due giovanissimi cantanti lirici, plurititolati: la soprano Flavja Matmuja e Valdrin Gaashi, che onorano l’italico bel canto ed omaggiano il principio dell’internazionalità e dell’integrazione .


Scopo ultimo di “Eva e la minestra del paradiso”? Decisamente ardito e ambizioso ma non assurdo, urge ritrovare visionarietà e coraggio -come l’ebbero gli italiani degli anni Sessanta che fecero il miracolo economico della Nazione-: contribuire acchè il Teatro ritrovi la potenza e la valenza pedagogica ed evocativa d’una nobiltà che troppo spesso abdica alla magnificenza della propria nobilissima ragion d’essere per concedersi all’evasione e alla vacua leggerezza che oscurano e rovinano le possibilità formativo-evolutive di queste e delle future generazioni.
A. Pagano si è in massima parte autoprodotta sia nell’evento di Matera, presso lo storico Teatro Guerrieri, già Impero, che presso il prestigioso Ghione in Roma. In entrambi i casi ha realizzato il sold hout e soprattutto – di ragguardevole significazione: la presenza di moltissimi studenti liceali e non. Su questo ha pesato la notorietà della Pagano e l’irreprensibilità professionale, la vasta cultura e l’indiscutibile onestà intellettuale, onestà ulteriormente comprovata dal fatto che solo dopo aver messo alla prova l’opera, ossia averla testata ponendola al giudizio di due pubblici, il materano – assai raffinato e colto – e il romano – tra i pubblici più difficili al mondo – decide di lavorare acchè divenga un classico da riproporre in tutte le stagioni e anche negli storici teatri romani al cospetto delle stelle, ossia all’aperto. Con la partecipazione straordinaria di Vincenzo Bocciarelli

Post Author: Flavio

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